SI MUORE PER RINASCERE NELLA CONSAPEVOLEZZA.
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SI MUORE PER RINASCERE NELLA CONSAPEVOLEZZA.
Per cominciare, mi scuso se ho sbagliato la pagina ma dopo aver letto un pò, mi sembrava quella più consona.
Un pò di tempo fà, mi ero messa a discutere con uno dei moderatori -su un altro sito-, di cosa potesse portare ad affermare di essere credenti, di cosa insomma rende credenti.
Mi era stato risposto che le persone che sono fermamente credenti, prima di diventarlo sono morti. Morti dentro, morti nell'anima.
A prescindere che non mi trovo pienamente d'accordo con il pensiero dei TdG che, anche se lo rispetto, asseriscono che anima=corpo e alla morte dello stesso corrisponde anche l'anima, ho compreso guardando persone che nel bene e nel male conosciamo un pò tutti perchè portati alla ribalta dei media, che cosa intendeva dirmi.
Forse c'è anche una leggera confusione di fondo quando si legge della morte per poi rivivere nello spirito cristiano, nella sua interevolezza.
Ho notato che persone che adesso, in questo tempo, sono diventate credenti sono veramente 'morte', ma nello spirito e non nella carne come sempre si crede.
Sono 'morte', hanno dovuto subire una sofferenza molto 'ardua' forse si sono anche lasciati cadere e hanno scrutato l'abisso prima di diventare i credenti che adesso sono.
Persone che fino a poco tempo fà bestemmiavano convinte, persone che non credevano che ci potesse veramente essere qualcosa di 'più grande', adesso sono convinte di questo.
Devo dire che la loro solidità nella propria fede genera in me un leggero senso di invidia. Sono tanti i motivi per cui sono spinta a credere e a non credere, sono troppi i segnali che si dovrebbero cercare, le risposte da trovare e sono troppe le persone che invece di spiegare che cosa sia veramente ti girano le spalle.
Però, almeno una cosa l'ho capita: per entrare nella dimensione di Cristo, o del Femminino Sacro -cui fermamente credo-, occorre prima morire metaforicamente, ma provare la stessa sofferenza nell'anima come se si morisse nel corpo.
Un pò di tempo fà, mi ero messa a discutere con uno dei moderatori -su un altro sito-, di cosa potesse portare ad affermare di essere credenti, di cosa insomma rende credenti.
Mi era stato risposto che le persone che sono fermamente credenti, prima di diventarlo sono morti. Morti dentro, morti nell'anima.
A prescindere che non mi trovo pienamente d'accordo con il pensiero dei TdG che, anche se lo rispetto, asseriscono che anima=corpo e alla morte dello stesso corrisponde anche l'anima, ho compreso guardando persone che nel bene e nel male conosciamo un pò tutti perchè portati alla ribalta dei media, che cosa intendeva dirmi.
Forse c'è anche una leggera confusione di fondo quando si legge della morte per poi rivivere nello spirito cristiano, nella sua interevolezza.
Ho notato che persone che adesso, in questo tempo, sono diventate credenti sono veramente 'morte', ma nello spirito e non nella carne come sempre si crede.
Sono 'morte', hanno dovuto subire una sofferenza molto 'ardua' forse si sono anche lasciati cadere e hanno scrutato l'abisso prima di diventare i credenti che adesso sono.
Persone che fino a poco tempo fà bestemmiavano convinte, persone che non credevano che ci potesse veramente essere qualcosa di 'più grande', adesso sono convinte di questo.
Devo dire che la loro solidità nella propria fede genera in me un leggero senso di invidia. Sono tanti i motivi per cui sono spinta a credere e a non credere, sono troppi i segnali che si dovrebbero cercare, le risposte da trovare e sono troppe le persone che invece di spiegare che cosa sia veramente ti girano le spalle.
Però, almeno una cosa l'ho capita: per entrare nella dimensione di Cristo, o del Femminino Sacro -cui fermamente credo-, occorre prima morire metaforicamente, ma provare la stessa sofferenza nell'anima come se si morisse nel corpo.
CrazyKitten- Navigatori
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Re: SI MUORE PER RINASCERE NELLA CONSAPEVOLEZZA.
Cara Crazykitten , è vero come dici tu che molte persone diventano credenti dopo una situazione dolorosa, e sai perchè ? Perchè rivedono le loro sofferenze in Cristo, vedono che magari noi a volte meritiamo quelle sofferenza causa di un nostro atteggiamento ma Cristo no, non meritava come non merita le sofferenze che subì e che continua a subire.E vedendo Il Cristo in Croce ci fa capire L' Amore suo grandissimo perchè per compiere un gesto come il suo (E per noi che eravamo suoi nemici non amici ) ci vuole un Amore che Solo le Mamme provano per i figli,,, Gesu' Cristo fu' condotto alla morte come un agnellino viene condotto al macello e non apri' la sua bocca, non ingiuriò nessuno, anzi Perdono prima di morire.Bè ripensando a queste cose giorno dopo giorno ti innamori della figura meravigliosa di Cristo e cerchi di non offenderlo in nessun modo, e qui che diventi veramente Cristiana e Credente. Un bacio
Ospite- Ospite
Re: SI MUORE PER RINASCERE NELLA CONSAPEVOLEZZA.
Non credo sia sbagliata la locazione dove hai scelto d'inserire l'argomento... perché il discorso può essere guardato da diversi punti di vista (in questa sezione il dialogo viene orientato tra credenti e non credenti, qualora il discorso ricerchi le ragioni della propria Fede, rispetto al credere come al non credere .. mentre se lo avessi aperto -ma lo si può sempre riprodurre in un secondo momento- nella sezione dedicata al dialogo interreligioso e spirituale, che si trova all'interno di "religioni e dottrine spirituali", allora il filone di discussione avrebbe seguito un iter specificamente spirituale ).CrazyKitten ha scritto:Per cominciare, mi scuso se ho sbagliato la pagina ma dopo aver letto un pò, mi sembrava quella più consona.
Un pò di tempo fà, mi ero messa a discutere con uno dei moderatori -su un altro sito-, di cosa potesse portare ad affermare di essere credenti, di cosa insomma rende credenti.
Mi era stato risposto che le persone che sono fermamente credenti, prima di diventarlo sono morti. Morti dentro, morti nell'anima.
A prescindere che non mi trovo pienamente d'accordo con il pensiero dei TdG che, anche se lo rispetto, asseriscono che anima=corpo e alla morte dello stesso corrisponde anche l'anima, ho compreso guardando persone che nel bene e nel male conosciamo un pò tutti perchè portati alla ribalta dei media, che cosa intendeva dirmi.
Forse c'è anche una leggera confusione di fondo quando si legge della morte per poi rivivere nello spirito cristiano, nella sua interevolezza.
Ho notato che persone che adesso, in questo tempo, sono diventate credenti sono veramente 'morte', ma nello spirito e non nella carne come sempre si crede.
Sono 'morte', hanno dovuto subire una sofferenza molto 'ardua' forse si sono anche lasciati cadere e hanno scrutato l'abisso prima di diventare i credenti che adesso sono.
Persone che fino a poco tempo fà bestemmiavano convinte, persone che non credevano che ci potesse veramente essere qualcosa di 'più grande', adesso sono convinte di questo.
I TdG vedono -rispetto a determinati riferimenti biblici e di creazione- la persona come "anima vivente", intendendola come la congiunzione tra corpo e spirito: morto il corpo, lo spirito, contenuto al suo interno, fa ritorno al suo donatore, Dio... La vita dell'anima risiederebbe invece nel sangue (qui il discorso diventa complesso e sarebbe interessante trattarlo a parte e più approfonditamente, se solo Stefano fosse tra noi ).
Riguardo allo sperimentare la morte prima di divenire credenti (ossia intorno a casi di non credenti -o credenti in maniera superficiale, tradizionale- che, in seguito ad avvenimenti forti, folgoranti e critici della propria vita, divengono credenti), questo è verosimile e confermato in molti casi, anche da parte di personaggi famosi, in cui, come prima conseguenza, avviene che progressivamente o in un colpo solo, a seconda dei casi, tornando alla vita di tutti i giorni non ci si sente più gli stessi e si cominciano ad avvertire le cose -il contatto con le stesse- in maniera diversa, più distaccata, meno morbosa o di vitale importanza, ma più piena in termini di eternità, di dono di sé, di dare incondizionatamente... Spiritualmente questa esperienza -definiamola pure- traumatica di vita, dopo aver fatto esperienza della morte del sé, viene chiamata: iniziazione o passaggio iniziatico (per la religione cattolica, ad esempio, questo coincide -spiritualmente ed exotericamente- con il Sacramento del Battesimo: in cui il battezzando passa per mezzo dell'acqua dalla morte iniziatica -non fisica- alla Vita dello Spirito, attraverso la morte e Resurrezione sostanziali del Cristo, di cui si viene rivestiti .. Questo avviene nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo).
Ti parlo ovviamente dal mio punto di vista... certamente i motivi -tanto del credere, quanto del non credere- vanno compresi e ricercati; i segnali dovrebbero essere non solo ricercati, ma anche conosciuti, imparando a leggerli, decodificarli nella propria vita; infine, credo che prima ancora delle risposte, siano da ricercare le domande giuste da doversi porre, rispetto alla maturazione della propria coscienza e all'avanzamento nella conoscenza -positiva e negativa- di sé, della vita e dell'esistenza .. In tal senso -legando tali elementi tra loro e sintetizzando- credo che le risposte siano date da noi stessi (dal proprio sé o anima) agli interrogativi della vita di cui facciamo esperienza nel piccolo -o grande- attraverso la nostra coscienza, imparando a leggere i segnali che ci muovono in diverse direzioni verso la ricerca -e la conoscenza- del senso recondito delle cose... da cui anche l'O/origine e l'A/arrivo di tuttoCrazyKitten ha scritto:Devo dire che la loro solidità nella propria fede genera in me un leggero senso di invidia. Sono tanti i motivi per cui sono spinta a credere e a non credere, sono troppi i segnali che si dovrebbero cercare, le risposte da trovare e sono troppe le persone che invece di spiegare che cosa sia veramente ti girano le spalle.
Cristo, se è per questo, disse esattamente di "rinnegare se stessi, prendere la propria croce e seguirlo" .. Come dire: morire a se stessi (alla propria egoicità), accettare di cuore i beni e i mali della vita, senza lamentarsi, e seguire la Via della/verso la Verità, una volta averla trovata/scoperta/rinvenuta e soprattutto incontrata personalmente nella propria vita... (si riparte poi, in maniera nuova, attraverso un nuovo inizio, da lì... )CrazyKitten ha scritto:Però, almeno una cosa l'ho capita: per entrare nella dimensione di Cristo, o del Femminino Sacro -cui fermamente credo-, occorre prima morire metaforicamente, ma provare la stessa sofferenza nell'anima come se si morisse nel corpo.
P.S.: riguardo al "Femminino Sacro", voglio dire solo che la traduzione del termine ebraico di "Misericordia" è: Utero .. Credo anch'io che Dio sia: Padre e Madre
Ultima modifica di koan il Mar 11 Mag 2010, 15:35 - modificato 1 volta.
Re: SI MUORE PER RINASCERE NELLA CONSAPEVOLEZZA.
Per "una volta averla trovata" (sopra quotato) intendo riferirmi -vorrei specificarlo- alla Via della Verità e non alla Verità .. la quale ultima, pur potendoLa toccare per un momento e in un dato contesto di vita personale, va sempre ricercata attraverso la Via da scegliere e da seguire, quindi prima ancora: da trovare... per poter giungere e maturare fino ad Essa (fino a divenire una cosa sola con la Verità )koan ha scritto:Cristo, se è per questo, disse esattamente di "rinnegare se stessi, prendere la propria croce e seguirlo" .. Come dire: morire a se stessi (alla propria egoicità), accettare di cuore i beni e i mali della vita, senza lamentarsi, e seguire la Via della/verso la Verità, una volta averla trovata/scoperta/rinvenuta e soprattutto incontrata personalmente nella propria vita... (si riparte poi, in maniera nuova, attraverso un nuovo inizio, da lì... )
P.S.: ho modificato il post che ho inviato ieri, al fine di rendere il discorso più chiaro e lineare -per quanto complesso- rispetto a quello che volevo dire...
Re: SI MUORE PER RINASCERE NELLA CONSAPEVOLEZZA.
Ciao volevo scrivere che anche nello studio scientifico è stato stabilito e verificato che nell'uomo o donna c'è in una singola persona la parte femminile e quella maschile siamo composti di una parte maschile e una parte femminile ogni singolo individuo
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